300 persone inaugurano in itinere le nuove targhe sui “Fabbricati Notevoli di Ravenna”

Girovagare come forma d’arte, come atto primario di trasformazione del territorio, come strumento estetico di conoscenza dello spazi. È a Walkscapes dell’architetto Francesco Careri , testo-teoria sul cammino come strumento critico, che si ispira “Attraversamenti” l’evento inserito nella rassegna Terzo Tempo che lunedì 20 giugno (ore 18) partirà significativamente dall’antico ippodromo della città, come dedica a Ravenna Città Europea dello Sport 2016.
La passeggiata culturale organizzata da Trail Romagna in collaborazione con Comune di Ravenna, Scuola Superiore di Studi sulla Città e il Territorio dell’Università di Bologna, Lions Club Ravenna Host, Soprintendenza per i Beni architettonici e paesaggistici, Ravenna Festival, RavennAntica eFai, prende spunto dalla conclusione dell’imponente progetto di creazione e sistemazione di 90 targhe sui “Fabbricati Notevoli di Ravenna”, edifici pubblici e privati che riemergono nella storia grazie a nuove tabelle bilingue che sintetizzano quasi sei anni di ricerche e rimandano tramite un codice QR ad un approfondimento testuale e grafico sulla storia degli edifici in questione. Un arricchimento della città, un intervento fondamentale per aumentare la fruibilità della cultura – come ha sottolineato il sovrintendente Cozzolino – performare una consapevolezza sull’importanza (e imponenza) di una città la cui storia va ben oltre gli otto siti Unesco ma anche la realizzazione di nuovi circuiti turistici di cui questo evento è il primo esempio.
Trecento persone partiranno alle ore 18 dallo Chalet dei Giardini pubblici per compiere 10 attraversamenti lambendo altri edifici dotati della nuova segnaletica: Monastero di Porto (Loggetta Lombardesca), San Carlino, Palazzo della Provincia (cripta e giardino Rasponi), San Francesco con visita alla cripta, Teatro Alighieri, Palazzo del Legato Apostolico (palazzo della Prefettura), San Giovanni Decollato (chiesetta della Compagnia delle Buona Morte in piazzetta dell’unità d’Italia), Palazzo del Comune, Sant’Apollinare in Veclo, chiesetta delle monache di clausura, Santa Maria Maggiore.
L’arrivo è previsto intorno alle 21,30 a Porta Adriana (Fricandò)

A seguito il percorso raccontato dalle tabelle apposte sugli edifici.
18,00 ANTICO IPPODROMO E VELODOMO
Dove era  stato in passato l’ippodromo e il velodromo cittadino, inaugurato nell’aprile del 1888, sono stati realizzati nei primi anni ’30 del secolo scorso i giardini pubblici (circa 37.500 mq), su progetto dall’architetto Arata e rappresentano il primo parco urbano di Ravenna.
La forma del parco riprende, soprattutto nel parterre centrale, le caratteristiche del giardino all’italiana; nel tempo, purtroppo, si è persa la struttura dei vialetti in ghiaia, dei riquadri a prato e delle siepi, che fino ai primi anni ’70 ne costituivano il decoro.

18,15  Monastero di Porto e Loggetta Lombardesca Monastero di Porto
Edificati tra il 1496 e il 1525 dai monaci Portuensi costretti dai veneziani a trasferirsi in città, era composto da due grandi chiostri con un braccio mezzano comune. Oggi ne resta uno solo, il “maggiore” , verso il giardino, con tre ordini di stanze e due loggiati sovrapposti con archi e pilastri a piano terreno e colonne al piano superiore, tutto in sasso d’Istria. Sul retro, verso il giardino, si trova la struttura conosciuta come “Loggetta Lombardesca” o “Loggia del Giardino”, che spicca per eleganza e colore bianco dei marmi. L’opera è attribuita a Tullio Lombardo (circa 1450-1532) che operò anche all’interno dei chiostri. Il chiostro “minore” che fronteggiava la via pubblica, realizzato a partire dal 1522,  aveva solo due ordini di stanze e un solo loggiato al piano terreno; fu demolito nel 1885 per far posto alla nuova caserma militare.

18,35 SAN CARLINO
L’attuale chiesa nella forma datale nel 1756, sorge in luogo di un piccolo edifico di culto originario del XI secolo, intitolato ai santi Simone, Giuda, Fabiano e Sebastiano. Nel 1660 fu dedicata a San Carlo Borromeo. Ricostruita in parte verso la metà del XVIII secolo su progetto di Domenico Barbiani (1714-1777) costituisce un piccolo capolavoro del ‘700 ravennate. All’interno affreschi dello stesso Barbiani e decorazioni in stucco di Giuliano Garavini.

18,55
 Palazzo della Provincia
Costruito tra il 1925 e il 1928, su progetto di Giulio Ulisse Arata (1881-1962), si erge sui resti dell’antica dimora patrizia della famiglia Rasponi risalente al XVII secolo. In stile “neoromantico” con richiami alla tradizione bizantina, è dotato di un porticato su cui si apre l’ingresso d’onore e è composto da quatto corpi di fabbrica organizzati attorno ad un giardino. All’interno pitture murali di Antonio Morocutti (1891-1971) e Giovanni Majoli (1893-1988). Dell’antico edificio rimangono la cosiddetta “cripta Rasponi”, il pregevole giardino pensile e la torre neogotica.

19,15
 Basilica di San Francesco
La chiesa, eretta tra il IX-X secolo, sorge sul luogo di un più antico edifico di culto, costruito nel V secolo per volere del vescovo Neone (Basilica Apostolorum).
Dal 1261 è dedicata a San Francesco D’Assisi, nel 1321 vi furono celebrate le esequie di Dante Alighieri e a tutt’oggi fa parte della cosiddetta “zona dantesca” della città. Più volte rimaneggiata sia all’interno che all’esterno, subì un importante restauro nel 1793 ad opera di Pietro Zumaglini. Della basilica medievale rimane la cripta ipogea.

19,35 TEATRO ALIGHIERI
Realizzato tra il 1840 e il 1852 su progetto dei fratelli veneziani Giovan Battista e Tomaso Meduna. Strutturato anteriormente su due piani, è preceduto da un profondo porticato tetrastilo ionico. La sala teatrale, a ferro di cavallo con platea leggermente inclinata, presentava in origine quattro ordini di 25 palchi più il loggione. Le decorazioni interne sono opera di artisti veneti: Giuseppe Voltan, Giuseppe Lorenzo Gatteri, Carlo Franco.

19,55 Palazzo del Legato Apostolico o palazzo della Prefettura;
Riedificato tra il 1694 e il 1696 ad opera, forse, di un allievo di Carlo Fontana, per volere del Cardinale Francesco Barberini. Gli interni sono stati riordinati, prima del 1781, da Cosimo Morelli al quale si deve anche lo scalone centrale. Sotto lo scalone sono visibili i resti  della cappella di San Giovanni decollato costruita nel 1572. All’interno opere di Angelo Ferrari (stemmi degli Governatori di Ravenna), stucchi e dipinti di Scuola faentina. Dal 1863 è sede della Prefettura.

20,15 SAN GIOVANNI DECOLLATO

Nel 1576 venne fatta costruire all’interno del carcere una cappella di preghiera, la piccola chiesa di S. Giovanni Decollato, gestita dalla Compagnia della Buona Morte che aveva il compito di portare conforto ai condannati alla ghigliottina. Della chiesa restano ancora oggi tracce (coppia di colonne) fra il palazzo della prefettura e il palazzo comunale, tracce che potrebbero fornire occasione per nuovi percorsi culturali.

20,35 PALAZZO DEL COMUNE E PALAZZETTO VENEZIANO
Ricostruito interamente nel 1681 in sostituzione di un edificio precedente che sorgeva sull’alveo tombato del Fiume Padenna, nel luogo dove era la “Loggia dei mercanti”. La costruzione è attribuita a Pietro Grossi, altri lavori vennero eseguiti da Dionigi Monaldini nel 1765 e da Elbino Riccardi nel 1857-1858, al quale si devono gli ornamenti delle finestre e la merlatura. All’interno opere di Giacomo Bellabarba, Giulio Garavini e Gaetano Savini. A quest’ultimo si devono anche gli affreschi del voltone esterno.
al palazzo del comune è collegato funzionalmente quello che è conosciuto come il Palazzetto veneziano o Palazzo del Podestà. Frutto della ricostruzione di un edificio precedente, fu realizzato dai veneziani, tra il 1461 e il 1463, come sede del governo. L’edificio è sorretto da cinque archi che poggiano su otto colonne di granito con capitelli del VI secolo, quattro dei quali riportano il monogramma di Teodorico. In origine erano presenti sei archi, uno dei quali è stato incluso nell’attiguo Palazzo della Prefettura. L’arcone che lo congiunge al Palazzo del Comune fu aggiunto nel 1499.

20,55 SANT’APOLLINARE IN VECLO
Antico luogo di culto dedicato a Sant’Apollinare, fu ricostruito nel 1758 su progetto del frate camaldolese Giuseppe Antonio Soratini (1682-1762) che ne cambiò completamente l’aspetto originario. La chiesa, dopo la chiusura per le soppressioni napoleoniche nel 1820, venne successivamente assegnata assieme alla canonica alla comunità delle Monache Clarisse Cappuccine.

21,15 SANTA MARIA MAGGIORE
La chiesa attuale fu costruita nel 1671 su disegno di Pietro Grossi (XVII sec.) sui resti di un edifico paleocristiano del VI sec. voluto da Ecclesio, vescovo di Ravenna dal 522 al 533. L’antica pianta centrale venne sostituita da un impianto basilicale a tre navate con colonne e capitelli originali reimpiegati. Il catino absidale era anticamente mosaicato. Il campanile di forma cilindrica risale al IX-X secolo. All’interno pregevoli tele e sculture tardo-rinascimentali, nonché la tomba dell’architetto ravennate Camillo Morigia (1743-1795).

(in neretto MAIUSCOLO gli attraversamenti con sosta)