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Andature, metrica, musica e narrazione

Paolo Rumiz è un giornalista e scrittore italiano, nato a Trieste, la città di Umberto Saba, Italo Svevo, Claudio Magris, ma anche di James Joyce che scelse di trasferirsi li e di molti altri ancora che ci sono nati o anche solo passati. Una terra dove la letteratura è di casa, ma anche una terra di confine che ti spinge al confronto con chi sta dall’altra parte, a varcare una soglia e a intraprendere un cammino attraverso una città, un paesaggio, una cultura.
Paolo Rumiz, forse per questo, è anche grande un viaggiatore, che parte per il gusto di scoprire l’ignoto con la consapevolezza che il muoversi lentamente rende ricche e significative le esperienze di viaggio. Questa sua anima di giornalista nomade l’ha portato ha raccontare il massacro dei Balcani, la guerra in Afghanistan, ma anche a descrivere itinerari epici muovendosi sulle acque del Po o sulle orme degli antichi romani, lungo la via Appia, da Roma a Brindisi.
Tra i suoi libri: Danubio. Storie di una nuova Europa (1990), La secessione leggera (2001), Tre uomini in bicicletta (con F. Altan, 2002), È Oriente (2003), La leggenda dei monti naviganti (2007), Annibale (2008), L’Italia in seconda classe (2009), La cotogna di Istanbul (2010), Il bene ostinato (2011), Maschere per un massacro. Quello che non abbiamo voluto sapere della guerra in Jugoslavia (2011), A piedi (2012), Trans Europa Express (2012), Morimondo (2013), Come cavalli che dormono in piedi (2014), Il Ciclope (2015), Appia (con Riccardo Carnovalini; 2016) e, nella collana digitale Zoom, La Padania (2011), Maledetta Cina (2012), Il cappottone di Antonio Pitacco (2013), Ombre sulla corrente (2014).

parole che camminano
Giovedì 5 ottobre
Giardino Casa Muti, (via Corti alle Mura)
18.00

Ingresso libero
cena finale con i protagonisti (Ristorante Alexander) 30€
Numero chiuso