Domenica 5 ottobre con partenza alle ore 9.30 a due passi dal maestoso monastero di Vallombrosa, partirà l’edizione “0” del Vallombrosa Trail organizzato da Trail Romagna in partnership con il Corpo Forestale dello Stato – Ufficio per la Biodiversità di Vallombrosa e con il patrocinio e collaborazione del Comune di Reggello, dell’Unione dei Comuni Valdarno e Val di Sieve, della Pro Loco Saltino-Vallombrosa e del Gruppo Podisti Resco.
Un percorso spettacolare immerso in una delle foreste più antiche d’Europa che con i primi colori dell’autunno risulterà ancor più affascinante in tutti i suoi 26.5 chilometri di sentieri che dai 980 metri di Vallombrosa condurranno ai 1460 della sommità del Monte Secchieta, per poi ridiscendere alla partenza dopo un saliscendi di circa 800 metri di dislivello positivo.
Un trail che non presenta particolari passaggi tecnici per cui alla portata di tutti, tenendo conto della sua lunghezza che, per i non competitivi può essere ridotta a soli 10 km ca. (continua)
Lassù dove volano le aquile – qui la famosa copertina di Beltrame che racconta l’Aspra lotta, sui monti di Vallombrosa, tra un cacciatore disarmato e due aquile – oggi non si caccia più e, come nella gran parte dei luoghi benedettini, è stata costituita una Riserva Naturale che interessa una superficie di 1.270 ettari che alle pendici del Pratomagno presenta formazioni forestali di abete bianco e numerose specie esotiche (Pseudotsuga douglasii, Chamaecyparis lawsoniana, Thuya gigantea, ecc.) e boschi misti di faggio e abete.
Nei pressi dell’abbazia di Vallombrosa si trova un interessante arboreto dell’Istituto Nazionale di Selvicoltura ricco di circa 5000 esemplari che gli accompagnatori (ma anche i runners) potranno visitare accompagnati da guide specializzate.
Tornando al trail, i 4 i ristori lungo il percorso (+ uno all’arrivo), il personale di servizio nei cambi di sentiero, il personale della Croce Azzurra di Reggello garantiscono un’assistenza a tutto tondo, nonostante ciò è bene che gli atleti in gara siano consapevoli del proprio stato di forma, delle distanze da coprire e della disposizione dei ristori.
In nessun posto di ristoro saranno disponibili i bicchieri. Gli atleti per bere dovranno munirsi di ecotazza, borraccia, camelback o altro contenitore personale a bocca larga adatto all’uso.
Non vi è materiale obbligatorio ma comunque i partecipanti dovranno avere un abbigliamento adatto al clima e ai suoi possibili repentini cambiamenti. È assolutamente vietato gettare rifiuti, pena la squalifica, al di fuori dei contenitori situati nelle apposite aree ristoro delimitate. Il percorso sarà segnalato da bandelle ogni 200 m con frecce agli incroci e bandella di conferma poco dopo. Per maggiore sicurezza gli atleti in gara saranno forniti di cartina del percorso con i dettagli dei sentieri Cai utilizzati e numeri di emergenza. È sempre consigliato correre con il cellulare.
Per tutto quello non scritto vale regolamento UISP Trail.
Questa la descrizione del tracciato di gara.
Si parte dallo scenografico Pratone di Vallombrosa (980 m) adiacente alla millenaria Abbazia Benedettina e si procede per circa 1,4 Km in direzione della Consuma.
Lasciato l’asfalto il percorso sale subito nel bosco seguendo una strada forestale e al 4° Km si arriva al casolare di Metato (ristoro).
Si prosegue entrando in uno dei tratti più suggestivi della Riserva, caratterizzato da bei boschi di faggio e, con alcuni saliscendi, si arriva al Km 8,4 al Bivacco del Soglio (ristoro) per salire ancora verso il crinale in prossimità della Croce di Ribono.
La strada forestale ci porta ad incrociare la località di Croce Vecchia (Km 12.3 – 1300 m – ristoro) per poi proseguire all’interno di una faggeta fino a Prato al Ceppo.
Il panorama comincia ad allargarsi e dalla sommità del Monte Secchieta lo sguardo abbraccia tutta la Valle del Casentino: giù, in basso, la torre del Castello di Poppi, feudo dei Conti Guidi, e sullo sfondo il versante toscano del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi con il Monte Falterona, il Falco e l’inconfondibile sagoma del Monte Penna, sulle cui pendici sorge il Santuario della Verna. Sull’altro versante, se la giornata sarà limpida, spiccheranno nitidi i contorni della cupola del Duomo di Firenze e del Campanile di Giotto e, a far da quinta, le Montagne Pistoiesi e i profili accidentati delle Apuane.
In breve si giunge all’impianto eolico che, con i suoi 1460 metri, rappresenta il punto più elevato della nostra “cavalcata”.
Poche centinaia di metri di uno stretto e ripido sentiero ci portano a Croce al Cardeto e da qui, di nuovo su strada forestale, al Bivacco di Capanna delle Guardie (Km 19,0 – 1350 m – ristoro) da cui si imbocca il “Viottolo del Malpasso” (il nome è tutto un programma…!): siamo nel cuore dell’Area Protetta della “Foresta di Sant’Antonio”.
Giunti in breve a Macinaia (Km 20,5 – 1250 m) il percorso prosegue prima su sentiero e poi su strada sterrata lungo i panoramici pascoli del Poggio delle Ghirlande da cui si può ammirare buona parte del Valdarno Superiore con le fiabesche e misteriose guglie delle Balze, testimonianza di un antico lago preistorico e, più in là, i Monti del Chianti
Una breve e ripida discesa ci condurrà a Bocca di Lupo – nome che ci rimanda alla presenza, fra la fauna locale, del raro predatore – da cui si farà rientro nella Foresta di Vallombrosa, proseguendo sempre in discesa fino alla Croce di Goro (Km 23,5).
Da qui ci attende l’ultimo sforzo per raggiungere ed attraversare l’abitato del Saltino dove ritroveremo l’asfalto: la località oggi si presenta un po’ dimessa ma a cavallo fra il XIX e il XX secolo era considerata “la Cortina dell’Appennino”.
Il vialone di accesso a Vallombrosa, chiamato il “tunnel” per via del bosco di abete che lo costeggia da ambo i lati, sarà una specie di “passaggio d’onore” per gli atleti che giungeranno al traguardo (Km 26,5) dove li aspetta la festa finale e, più che altro, la soddisfazione di avercela fatta!
Info percorso 340/9022101
Info pettorali 335 7887618