Dall’alba dell’urban trail al tramonto del trekking urbano
La genesi di un evento che dal passato ci proietta al futuro
Ravenna Città d’acque è un progetto di una piccola associazione per una grande città, è un sogno che si è realizzato grazie a tante persone che in queste poche righe vogliamo ringraziare, una ad una.
Era l’autunno dello scorso anno, un lunedì, come lunedì 17 giugno seconda ed ultima tappa di Ravenna città d’acque, urban trail e trekking urbano alla scoperte delle antiche e nuove vie d’acqua di una città di terra nata sull’acqua appunto.
Io e Ciro correvamo insieme e pensavamo …(continua)
al progetto di cui avevamo parlato con il nostro assessore (e amico) Guido Guerrieri: disegnare un percorso che collegasse le aree verdi della città.
Troppo semplice sedersi attorno ad un tavolo con una piantina, e poi non era da noi. Bisognava correre, infilarsi in tutti gli anfratti possibili, e continuare a correre, correre e pensare…e conoscere. Si perché ogni volta che partiamo per uno dei nostri viaggi, che ci tuffiamo in una nuova avventura ci immergiamo completamente in un mondo sconosciuto per scoprire passo passo la sua storia, le sue regole, i suoi ritmi. È stato così per il primo trail delle Foreste Casentinesi con le sue vie del legno, ancor più per i passi del Silenzio che ci hanno condotto da Sant’Apollinare in Classe all’Eremo di Camaldoli, per la passeggiata di ruolo Nastagio degli Onesti e così via… Ed ora la sfida si giocava in casa, nella nostra città d’adozione e per questo ancor più amata, ancor più da scoprire.
Quel giorno, scendendo di corsa dall’argine dei Fiumi Uniti ed entrando in via Bassa per poi girare a sinistra e costeggiare la Lama… Il primo bagliore, l’embrione di un’idea.
In poco meno di un chilometro avevamo toccato 4 corsi d’acqua. Beh uno non c’era più (il Ronco), ma era ancora evidente tra i cortili delle case che separavano la via dalla Ravegnana, bastava usare un po’ di fantasia.
Così da quel giorno lo scopo delle uscite non era più l’allenamento ma la ricerca di queste antiche vie d’acqua. La prima fonte di informazione fu la più immediata, disponibile a tutti, la toponomastica: via Fiume Montone Abbandonato, Via Padenna (unico ricordo degli studi passati), Via Ponte Marino, Lama, Lametta, Molino, Molinetto etc etc… Lo scheletro di una città d’acque iniziava a delinearsi.
Ma c’era bisogno di andare più a fondo, iniziare una ricerca che ci portasse a capire se la strada dell’acqua era giusta e praticabile. La grande ignoranza sul tema faceva si che ad ogni pagina letta si svelasse un mondo, che ad ogni incontro ci si aprisse una porta. E la curiosità aumentava. Libri, riviste, chiacchierate con esperti e finalmente l’incontro con Gian Franco Andraghetti (ma prima col suo libro “Aquae condunt urbes”) di cui avevamo letto un’intervista che si apriva con un pensiero che era stato anche il nostro: chissà quale poteva essere lo sky-line che si presentava ad un visitatore antico che entrava a Ravenna dal Candiano (San Giovanni Evangelista etc) o da Viale Randi (Duomo…) o da Via Maggiore (San Vitale …). Il feeling è stato subito totale ed il progetto ha iniziato da prendere corpo e ad avere sempre più anima.
Poi il libro di Paolo Fabbri (Giulio Alberoni e le acque di Ravenna), l’opuscolo curato da Claudia Giuliani (Ravenna e le acque), l’incontro con Fabrizio Corbara di Ravenna Antica entusiasta da subito. E Luigi Berardi che ci accompagna sempre quando si parla di natura (terra, acqua, vento…) quando si cerca armonia, quando si vuole entrare in sintonia con le anime dei luoghi.
Si inizia a definire un percorso che tocca le innumerevoli vie d’acqua, un reticolo nemmeno immaginato che nell’asse Sud- Nord dall’antico Porto di Classe tocca il Mausoleo di Teoderico (anche qui, quante cose si imparano) e da quello Est-Ovest da Porto Fuori (e la Turrazza) arriva alla Chiusa di San Marco. Troppo esteso per non dividerlo in due. Allora perché non ricavare due percorsi e quindi due eventi che raccontino anche le anime di Trail Romagna, sportiva e culturale assieme? Perché no! Ecco allora nascere l’Urban Trail che tocca i punti più lontani e il trekking urbano che indaga il cuore della città.
Il progetto è quasi definito e allora si parte e si parte puntando in alto, grande lezione della ‘nostra’ presidente Cristina Mazzavillani che Ravenna ce l’ha nel cuore da sempre.
E Ravenna Festival non può che essere il giusto contenitore, una manifestazione che fa cultura, nel senso che porta grande cultura nella nostra città ma al tempo stesso stimola ed alimenta fermenti culturali nati in seno alla propria città grazie alla lungimiranza e sensibilità delle persone che la guidano, Antonio De Rosa, Franco Masotti, Angelo Nicastro per i quali nutriamo grande riconoscenza.
Ci siamo, manca poco all’evento. Gli ultimi incontri danno il tocco finale, le pennellate conclusive sono quelle di Giovanna Montevecchi e Pietro Barberini. La loro conoscenza, l’amore e il piacere per la divulgazione, coniugati con un linguaggio espressivo semplice e diretto, scevro da tanti fronzoli di ingegneria verbale, definiscono e determinano il successo finale dell’evento.
Fondamentale e simbolicamente significativa l’apertura di cancelli e luoghi, pubblici e privati, vero valore aggiunto della manifestazione: dal Molino Lovatelli (reso disponibile dalla Adriatica Costruzioni Cervese) ai giardini dell’Arcivescovado e del Battistero Neoniano, per i quali ringraziamo ancora l’Opera di Religione e la disponibilità di Gianluca; dal Mercato coperto custodito dal Signor Giunchi ai cancelli dei Giardini Pubblici aperti dalla Cooperativa San Vitale e perfino privati – è il caso di Donatella Marini – che aprano le proprie case per far passare la lunga processione. E a proposito di questo sciame pacifico di persone che invadono le strade, come non ringraziare i vigili urbani (in particolare la dottoressa Fulvia Gennari) e il comparto viabilità coordinato da Franco Ravaioli.
Un grazie grande va anche a tutta Trail Romagna che in questo doppio impegno ravvicinato ha spremuto tutte le energie: Alice Bandini, Roberto Campana, Loredana Cardamone, Massimo e Bernardo Cerrato, Giuseppe Della Casa, Andrea Gardelli, Irene Greggi, Maria Ianno, Giuseppe Lofino, Silvano Poletti, Andrea Sabattani, Barbara Serri, Samantha Suprani, Lucia, Letizia, Filippo Trabalza, Cristina Valgimigli e gli amici Lucia Gori, Vittorio Suprani, Daniele De Donato, Abdulhaim Osman, Mauro Crimaldi, Claudio e Stefano Bondi, Mauro Molineris, E a Mascia e Cristiano dello Chalet che hanno ospitato tutti con grande generosità e accoglienza. Ma l’elenco è lunghissimo come non menzionare Gabriele e gli amici di Casa dello Sport e Donatella Dolcini con i suoi del Nordic Walking Ravenna?
Fondamentale il contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, il sostegno di Hera, la collaborazione di Reclame e la gentilezza e generosità di Francesca Bedei di Millepiedi Viaggi.
Ora anche questa avventura si è chiusa, ma siamo sicuri che ha lasciato aperto un grande futuro. Per l’urban trail che crescerà cercando di aprire nuove strade e per il trekking urbano che forse un giorno diventerà un percorso permanente.
Grazie anche a tutti i partecipanti e a tutti coloro che ci seguono e ci dimostrano tanto affetto.
In ricordo le foto dell’urban trail di Sara Savorelli (http://www.flickr.com/photos/trailromagna/ ), quelle del trekking su Ravenna Festival ( http://www.flickr.com/photos/ravennafestival/ ) e a breve il video di Gerardo Lamattina (http://www.youtube.com/watch?v=3HyHfFmDJ5U&feature=youtu.be)