Gianni Morandi circondato da alcuni partecipanti alla Valli e Pinete 1975 Rewind, cinto da un’atleta dell’Atletica Mameli e uno di Trail Romagna, le due società che hanno collaborato alla realizzazione di questo straordinario evento che ha celebrato degnamente il 40° anniversario dell’epica podistica che si snoda tra valli, fiumi e pinete, nella foto di Sara Savorelli sembra incitare tutti i compagni di corsa con le parole di uno dei suoi intramontabili successi, “Uno su mille”:
“Se sei a terra non strisciare mai
se ti diranno sei finito
non ci credere
devi contare solo su di te.
Uno su mille ce la fa.
ma quanto è dura la salita….”
Pensieri che spesso passano nella mente degli amanti della corsa, parole che fungono da sprono. E il mitico Gianni ha dispensato sorrisi e parole a tutti, allegro, simpatico, disponibile e anche allenato perché alla sua non proprio tenera età ha coperto senza fatica i 30.600 metri dell’impegnativo percorso avendo addirittura la forza, in dirittura d’arrivo di duettare “Romagna Mia” con Danny Frisoni (che abbiamo scoperto intonatissimo).
Un’evergreen amatissimo da tutti, felice della calorosa accoglienza romagnola…”Signor Gianni – dice un’elegante signora ad un ristoro – ma che piacere! È vero che lei ha la stessa età della Carrà? …Ma è in formissima, bisognerebbe studiarla”.
Un affetto e un’attenzione che hanno fatto passare in secondo piano la presenza della sua personal trainer, Laura Fogli, un capitolo di storia del podismo italiano che – per rimanere in casa – ha vinto 4 Valli e Pinete e che accompagnerà il Gianni Nazionale fino alla Maratona di Boston.
Dei Mille (e 20) partecipanti, per quanto riguarda la 30 chilometri quell’Uno che ce l’ha fatta è stato Manolo Montevecchi, un personaggio le cui doti umane superano il pur grande spessore atletico come dimostrano carriera da ‘professionista’ e risultati da ‘amatore’. Corre per divertirsi – dichiara all’arrivo dopo una volata degna di un pistard – per condividere emozioni con gli amici e, quando si corre insieme, tutto diventa bello, anche la fatica. E lo fa non dimenticando gli altri dando sempre una mano a chi ha bisogno come fa per la Maratona Alzheimer e per altre corse del territorio cesenate che raccolgono fondi a scopo benefico. Lo spirito giusto, quello che sicuramente ha animato tutti i partecipanti di questa fortunata riedizione, una modalità di approccio alla corsa molto vicina a quella degli anni Settanta a quelle manifestazioni che noi di Trail Romagna definiamo epiche.
Così dopo la Forlì-Ravenna dobbiamo registrare il successo di un’altra riscoperta che ha confermato come lavorare in sinergia sia la strada giusta per arrivare a numeri importanti e a risultati che premiano gli sforzi di tante persone.
Il primo grazie va a tutti i partecipanti, molti dei quali ormai affezionati, visi che prima riconoscevamo tra gli altri, volti che ora, dopo sei anni, iniziano ad avere un nome. Grazie all’Atletica Mameli che accettando la nostra proposta ha dato avvio ad una nuova modalità operativa e soprattutto ci ha permesso di sentire la corsa “di” Ravenna, un po’ anche nostra. Ma il Grazie più grande va sempre a tutti i collaboratori che ancora una volta hanno dimostrato professionalità, serietà e dedizione il tutto condito da una gentilezza che oramai li contraddistingue tutti.
Prima di passare alle note tecniche di Danny, chiudiamo ancora con le parole di Gianni Morandi che ringraziamo ancora per la presenza:
Grazie a tutti,
con il cuore, a tutti quanti,
a chi ci vuole bene,
a chi ci ha insegnato a guardare avanti
ed anche a chi ci ha fatto male,
ci e’ servito per capire,
grazie a chi ci ha detto no,
ad un sorriso sconosciuto…
alle sfide, alle salite…
Classifiche
http://www.sdam.it/events/event/results_27739.do
Le foto di Sara Savorelli prestissimo su
http://www.flickr.com/photos/trailromagna/
RAVENNA. C’erano tutti gli ingredienti per confezionare una torta prelibata con 40 candeline sopra, per la “Valli e Pinete”, sulla quale hanno soffiato in 3.520. La ciliegina l’ha messa Gianni Morandi con la sua presenza e l’immancabile cordialità. In 1.030 (record dell’era moderna e terza piazza di sempre in Romagna dietro la “100 Km del Passatore” e la “Maratona Ravenna Città d’arte”) sono scattati col pettorale suddivisi in 620 nella classica km 21,097 ed altri 410 nella 30 km “vintage”, che ripercorreva tratti di percorso originale, con la partenza dal Circolo Endas Mameli e prima parte lungo l’argine dei Fiumi Uniti, curata da Trail Romagna. Ed è proprio in quest’ultima che si è cimentato il “Ragazzo di Monghidoro”,
con a fianco l’allenatrice Laura Fogli, presente nell’Albo d’oro con un prestigioso poker negli anni pioneristici. Hanno chiuso in 2.55’31”, costringendo il pubblico ai “supplementari”, che poi è stato ringraziato con foto ed autografi di rito. LA TRAMA DELLA MEZZA MARATONA. Marocchini favoriti della vigilia ed in effetti balzano in testa Mohamed Hajjy e Rachid Benhamdane mettendo in chiaro le loro intenzioni e ad inseguirli altri conterranei Lyazali, Karim ed Errami, ma a debita distanza, mentre l’Italia è rappresentata dai romagnoli, Lucchese, Valeri, Bruschi, Monteruccioli e dall’umbro Bettacchini. La coppia di testa viaggia in armonia sino al t.v. di metà gara, dove Benhamdane (33’30”) precede in volata per un secondo Hajjy, poi si ricompattano e dandosi cambi regolari anche controvento decidono che la loro sorte si sarebbe risolta in una volata. Ma l’esperto Hajjy sa di temere in volata il giovane di stanza a Savignano e lo anticipa con un allungo risolutore, tagliando il traguardo vincitore (come 7 giorni prima alla Maratona di Malta) col tempo di 1.07’22”. Rammaricato davanti ai suoi tifosi giunge poi dopo 4” Benhamdane, che precede un Lyazali a scarto ridotto (a 2’24”), e nella lotta tra over 40 Karim (a 4’46”), precede Errami (a 5’17”). A seguire il primo romagnolo, Matteo Lucchese, azzurro di Ultratrail, che porta il personale ad 1.14’35”, ma ad onor del vero troppo poco per salvare l’onore italico. Allora ci pensano le gemelle sampierane Martina e Valentina Facciani a scaldare il tifo del Pala De Andrè, conducendo una gara regolare sul passo di 3’45” (passaggio a metà in 39’38”). Almeno fino al 17° km, quando Martina allunga, andando ad iscrivere all’esordio il proprio nome nell’Albo d’oro, sancito da un probante 1.18’46” e prima delle interviste ha voluto assistere all’arrivo di Valentina, “scortata” per 29” sotto il muro dell’ora e 20’. Obiettivo centrato per entrambe. Il podio tutto romagnolo è scaturito grazie alla coriacea prestazione della stakanovista Nanu (1.23’02”), che ha preceduto la prima ravennate, Silvia Laghi (1.25’31”) e l’altra nazionale di Ultratrail Borzani (7^ ai Mondiali 2013, che qui ha chiuso in 1.26’). LA TRAMA DELLA “1975 REWIND”. La prova rievocativa si distingue per almeno cinque sesti da una coppia in fuga formata da Bernabei e Zambelli ed una all’inseguimento composta da Moroni e Montevecchi. E’ quest’ultimo a sparigliare le carte quando imprime un’accelerazione alla sua andatura e negli ultimi 5 km mangia un vantaggio di quasi 1’30” ai fuggitivi, risucchiandoli quasi in retta d’arrivo e regalando ai cesenati un trionfo insperato. Per Montevecchi 1.52’13”, con Zambelli e Bernabei attardati di soli 9” e 19”. Senza pathos invece la prova rosa, cannibalizzato dalla slovena Fortin che ha siglato un convincente 2.08’54”, staccando le indigene Borghini e Graffiedi di 7’10” e 7’23”.