Terza giornata

Ca Pisani il vero casone di valle antico!Sosta di livello per tutti i viandanti, piatti tipici di sostanza e una preziosa contemplazione della volta celeste, favorita dalla posizione del luogo posto a chilometri da fonti luminose non la dimenticheremo. Questo casone con gli alari e il fuoco al centro è stato per secoli la sosta ideale per nutrire coloro che resistevano a queste lande con quel poco di pescato e selvaggina locale. Partiamo riposati con la rugiada del mattino e subito un caldo sol leone ci accompagna lungo gli argini, il pensiero alle fatiche del sommo è ricorrente. Impossibile non immedesimarsi nel suo viaggio lontano dalle comode ciclovie che oggi conducono il viandante nelle terre di polesine. Ninfe, ardeidi e qualche rapace osservano il nostro cammino che mantiene la direzione S.Giulia, alcuni tratti davvero afosi costeggiano il Po della Donzella dove i rami del grande fiume si perdono all’ infinito. In modo ricorrente portiamo lo sgardo all’orizzonte alla ricerca di un arrivo in questa in questa vasta pianura di sole e silenzio.
Non si nasconde la nostra fatica e la calura che ci accompagna in questo mezzogiorno. È un miraggio il ponte di chiatte a S.Giulia che ci conduce alla prima sosta della giornata, costruito da barche unite a tavole di legno rimane il simbolo di quel che era l’unico attraversamento fluviale di un tempo. Galvanizzati acceleriamo e in breve sostiamo per il pranzo al “Bilancione” , azienda di ittiturismo dove il pescato locale viene consumato in un capanno sull’ acqua. Alla nostra sinitra il faro di Gorino svetta maestoso a chilometri di distanza in queste pianure sabbiose dove lo sguardo corre fra argini e coltivi. Lo raggiungiamo ammirandone la pregevole ristrutturazione e le sue bianche spiagge selvagge punto di grande interesse naturalistico. Bassure e scanni offrono riparo alle tipiche specie delle zone umide quali trampolieri, aironi, e rapaci che convivono con le ormai stanziali colonie di fenicotteri e ibis. Proseguiamo questa lunga tappa attraversando l’abitato di Goro famoso centro ittico per raggiungere nel pomeriggio la Riserva Naturale bosco della Mesola dove un itinerario esclusivo ci permette di incontrare il re del bosco: il cervo della Mesola. Con il pulmino elettrico si entra nel cuore della lecceta per arrivare alle interne radure sabbiose ricoperte da muschi e licheni per ammirare questo bosco di pianura anticamente collegato al castello estense del comune di Mesola sede del museo che illustra l’evoluzione del territorio attraverso rinascimentali documenti cartografici dell’epoca.

 

diario a cura di Elia Tazzari