PRIMA GIORNATA
Dopo la visita a palazzo Soranzo e all Arsenale (condotta dalle guide locali Ornella e Caterina) attraversiamo la città in direzione Lido. Nella prima parte tra sfarzosi stabilimenti balneari e pregevoli strutture ricettive in stile liberty ci appare quasi assente la brulla e solatia duna costiera che per secoli ha dominato le nostre coste, quella che sicuramente ha trovato il sommo al suo ritorno.
Qualche giardino e molta urbanizzazione lascieranno via via spazio alla costa, in alcuni tratti molto simile a quella ravennate ben descritta da Zangheri, ovvero quella che Dante potrebbe aver attraversato e che oggi comincia nella sua versione più selvaggia all altezza dei Murazzi, un assolato sentiero che con i suoi manufatti in calcestruzzo dai quali prende appunto il nome protegge le vicine abitazioni, imponenti tamerici e qualche pino marittimo ci regalano un po di frescura fino alla sosta di Pellestrina dove in un antica osteria chiamata Scarso ristoriamo il gruppo. Proseguiamo tra borgate di pescatori sotto un cocente sole ,che non smorza la chiacchera nel gruppo soprattuto quando alcuni curiosi chiedono del nostro progetto di cammino. Si prosegue decisi sostando solamente per qualche foto e rifornirsi di acqua. Attraversiamo gli Alberoni in posizione rialzata di pochi metri rispetto alla laguna che qua regala limpidi fondali di posidonia e banchi di pesce .Ora traghetto per S.Piero in volta direzione di Portosecco e finiamo al Murazzo ultimo e storico baluardo del lido opera della Serenissima anche esso a protezione della laguna sul quale campeggia una targa romana segno di antica colonizzazione del sito. Nuovamente imbarcati alla volta di Cà Roman dove usciamo dal sentiero per raggiungere il mare e attenuare la canicola che ci accompagna costante da alcune ore. Alcuni minuti di balneazione in una spiaggia deserta e selvaggia dove giunco, sparto e coda di lepre dominano il sentiero tra le dune. Rientriamo appagati da uno splendido tramonto su Venezia in attesa di entrare a Chioggia con il buio.

 

diario a cura di Elia Tazzari