Venezia-Ravenna, l’ultimo cammino di Dante – Quarta tappa
La quarta tappa che conduce a Comacchio ci riporta su quello che è il nostro rettilineo finale, presto il viandante entrerà anche in un parallelismo con la via Romea Francigena su un tracciato che risulta anchesso ricco di fascino e di storia, i pellegrini che volevano raggiungere Roma dal nord Europa solcavano queste terre paludose certi della loro meta. Storicamente venivano chiamati Romei coloro che abitavano l’ Impero romano d’oriente.
Questa sequenza di Lidi seppur distanti fra loro ci fa assaporare un aria decisamente meno selvaggia e si esprime con tutta la sua bellezza presso l’abbazia di Pomposa. Baluardo e gioiello di archietttura in stile romanico.Fonti storiche narrano che proprio in questo luogo tra il 6° e il 7° secolo un piccolo gruppo di monaci benedettini decise di avviare una piccola comunità. Soggiorno in questi luoghi S.Romualdo che diventò priore e promotore dell indipendenza del sito e il monaco Guido d’Arezzo, inventore della scrittura musicale basata sul sistema delle sette note e del pentagramma. Un proseguimento naturale del cammino ci porta in avanti accompagnati da un caldo sole settembrino che scalda i numerosi campi d’uva e di granturco prossimi alla raccolta. Vegetazione rada e senza ombreggiature che con la nostra mente ci sforziamo di immaginare essere la vecchia linea di costa. Piccoli canaletti di bonifica e chiaviche compaiono gradualmente ci avvicinimo all’ abitato di Comacchio importante comune della nostra regione e destinazione turistica che mantiene salda e inalterata la capacità di attrarre turisti per motivi storico, naturalistici ed enogastronomici di cui l’anguilla in primis. Sosta alla “Bottega di Comacchio” dove il piatto principe è ovviamente lei l’anguilla di valle. Per qualche istante torniamo alle calli di Venezia ammirando i tre ponti, antica porta per il mare che dal 1638 è il simbolo dello scorrere lento di questa perla dell adriatico. Menzione per la sede Manifattura dei marinati e visita dell’abitato con la nostra guida Francesco prima della sosta serale
Venezia-Ravenna, l’ultimo cammino di Dante – Ultima tappa
Il gruppo di Trail Romagna si riunisce e ricompatta di buon mattino presso il casetto Quattrocchi, incastonato nel cuore della Pineta di San Vitale, ancora innervata dalle penombre e dai silenzi dell’alba, mentre un crescente brusio anticipa la partenza dell’entusiasta e numerosissima carovana, pronta ad affrontare un lungo percorso di circa 18 km che la condurrà – attraverso le vaste e suggestive radure pinetali prima, e la brulla ma tranquilla periferia commerciale ravennate poi – alla Tomba di Dante, meta ultima del nostro lungo e avventuroso itinerario fra spiagge assolate, risacche, paludi misteriose e incomparabili silenzi, relegati agli ultimi spazi selvaggi salvati dal chiassoso e distratto turismo di massa.
Il percorso si snoda placidamente fra canali, acque immobili brulicanti di vita e morbidi sentieri di aghi di pino; ogni tanto, la foresta si apre in larghissime radure soleggiate che lo sguardo abbraccia fino all’immersione in nuovi sentieri in cui dominano giochi chiaroscurali di luce che ravvivano un cammino che si compone di avvincenti sfumature. Sono necessari attenzione e silenzio per potere apprezzare questo prezioso segmento – forse fra tutti il più spirituale – del Cammino di Dante.
Dopo circa 10 km di pineta, usciamo al sole della periferia commerciale ravennate, fortunatamente servita da confortevoli spazi pedonali che rendono meno traumatica la transizione fra due dimensioni escursionistiche così antipodiche.
Ultimo punto di rilievo prima della volata finale verso la Tomba è il Parco Teodorico, che merita una lunga sosta.
Il finale, eccitante e malinconico come tutti i finali, vede il gruppo avanzare lentamente verso il sepolcro del Sommo Poeta e per rendergli poi omaggio, mentre i passi di questo cammino iniziato cinque giorni prima dall’Arsenale di Venezia si spengono finalmente fra gli abbracci e i sorrisi degli amici.